Ecco le slide che raccontano la vita di noi donne in Italia:
Salviamo Asia Bibi, condannata a morte per blasfemia
Il Governo italiano si impegni a promuovere ogni iniziativa affinché il Governo pakistano revochi la condanna a morte nei confronti di Asia Bibi, garantendo il suo rientro in famiglia nel rispetto dei principali trattati internazionali in materia di diritti dell’uomo ratificati dal Pakistan.
Nella mozione presentata oggi con le colleghe Mara Carfagna e Elena Centemero chiediamo al nostro Governo di indurre quello pakistano ad abrogare le disposizioni contenute nel codice penale che prescrivono l’ergastolo obbligatorio o addirittura la pena di morte per presunti atti di blasfemia. Anche per le minoranze religiose il Governo del Pakistan deve garantire l’indipendenza dei tribunali e lo Stato di diritto, in linea con gli standard internazionali in materia di procedimenti giudiziari. Bisogna scongiurare, in Pakistan come in altri Paesi del mondo, ogni tipo di violenza nei confronti delle minoranze religiose, come ad esempio quella cristiana da anni bersaglio di una inaccettabile persecuzione. Occorre rafforzare la capacità dei Paesi a noi alleati e di quelli che sosteniamo attraverso la cooperazione internazionale a fornire adeguata protezione alle minoranze religiose e garantire il diritto di tutti ad esercitare e professare la propria fede in sicurezza e libertà.
Non un giorno ma ogni giorno

Comunità ebraica Roma: congratulazioni e buon lavoro a Dureghello, prima donna presidente
Le mie congratulazioni e un augurio di buon lavoro a Ruth Dureghello, prima donna a guidare la Comunità Ebraica di Roma, una scelta che saprà arricchire l’impegno della Comunità. Un ringraziamento a Riccardo Pacifici che in questi anni è stato un interlocutore autorevole per le istituzioni.
L’8 marzo non sia un giorno di ordinaria retorica
L’8 marzo è una data scivolosa: tra frasi fatte e mimose, basta un attimo per ritrovarsi nel bel mezzo di un giorno di ordinaria retorica.
Cerchiamo allora di non farlo e andiamo ai dati. Ce ne sarebbero tanti da elencare: quelli davvero drammatici dei femminicidi e della violenza, così come quelli che raccontano una discriminazione giornaliera e meno lampante. In Italia, secondo il Gender gap report 2015, uno studio realizzato dall’Osservatorio di JobPricing , il 71% dei dirigenti è di sesso maschile e gli uomini guadagnano in media il 7,2% in più delle loro colleghe donne. Ma dietro i dati permane una realtà simbolica e silenziosa che conferma e nutre gli stereotipi di genere, primo ostacolo alla fine delle discriminazioni. Basta camminare per le vie delle nostre città, per capirlo: se volessimo affidarci alla segnaletica stradale, dovremmo dedurne che in Italia ci sono solo uomini (che lavorano, attraversano la strada, vanno in moto) e qualche bambina che torna a casa da scuola.
Questi esempi suggeriscono che i diritti che abbiamo conquistato non bastano e che bisogna ancora lavorare. In Parlamento lo stiamo facendo, e la ratifica della Convenzione di Istanbul contro la violenza alla donne ne è una prova. Ma non c’è impegno parlamentare che tenga, se il Paese intero, a partire dal governo, non comprende quanto sia urgente cambiare marcia e fare della parità di genere una priorità della propria azione. È uno sforzo grande, ma da lì passa il cambiamento che tutti reclamiamo. Per questo rinnoviamo il nostro invito al Presidente del Consiglio affinché venga istituito nuovamente un Ministero delle Pari Opportunità che possa occuparsi di questi temi 24 ore al giorno.
Berlusconi: diffusione intercettazioni conferma anomalia funzionamento circuito mediatico-giudiziario
Pubblicare testi e registrazioni di intercettazioni telefoniche private è un’indecenza che conferma, una volta di più, l’arretratezza della nostra democrazia e l’anomalia nel funzionamento del circuito mediatico-giudiziario italiano.
Con la diffusione di atti giudiziari a beneficio della stampa, per giunta secondo tempistiche sempre assai sospette, si tenta da anni di orientare l’opinione pubblica. In questo caso, addirittura riproponendo intercettazioni di un parlamentare i cui contenuti erano già noti. Tutto ciò, in spregio al diritto e ad ogni forma di riservatezza. Non ci stancheremo mai di denunciare questa piaga indegna di un Paese civile.
Violenza sulle donne: tutti dobbiamo scegliere da che parte stare
“Oggi, 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, si svolgeranno molte celebrazioni simboliche. Non si pensi che per questo siano inutili, anzi: quando si parla di violenza sulle donne il fattore simbolico è molto importante“.
Così Deborah Bergamini, responsabile comunicazione di Forza Italia, di fronte alla platea dei ragazzi delle scuole del Lazio che hanno partecipato al concorso “Mai più violenza, esci dal silenzio“, organizzato dalla Consulta regionale per le pari opportunità.
“La violenza sulle donne, come sancito chiaramente anche dalla Convenzione di Istanbul – che l’Italia è stata tra i primi paesi a ratificare -, non è una fattore privato, ma pubblico, ed è soprattutto un fenomeno strutturale e non episodico che dunque deve essere affrontato con interventi strutturali, il primo delle quali è la sensibilizzazione delle nuove generazioni, quale quella che si sta facendo qui. Il cambio di mentalità è il primo passo per combattere un fenomeno che è atavico ed ha chiare radici culturali. Per questo è importante che voi siate qui oggi – ha concluso rivolgendosi ai ragazzi – perché partecipando a questo concorso avete scelto da che parte stare, e vi invito a rimanerci sempre: dalla parte delle donne e dei diritti umani, contro le sopraffazioni, la violenza, gli abusi“.
Ue: auguri a Federica Mogherini ma è urgente la nomina del nuovo Ministro degli esteri
Auguri di buon lavoro a Federica Mogherini per il suo nuovo incarico in Europa: ci aspettiamo che la scelta del premier di puntare in maniera così determinata su un italiano per il ruolo di Alto rappresentante per la politica estera UE porti con sé altrettanta determinazione nell’imprimere un cambio di passo verso una politica estera che sia davvero europea, quella che finora non c’è mai stata e della quale si stenta a vedere traccia.
A questo punto, però, si apre una partita altrettanto determinante in Italia: a fronte di una situazione internazionale sempre più complessa e dei tanti dossier che la Farnesina deve affrontare, anche in collaborazione con Mogherini, è urgente individuare il nome del nuovo Ministro degli Esteri italiano. La situazione dei nostri Marò, che è ancora lontana dall’essere risolta, la gestione della crisi ucraina, con l’inasprimento dei rapporti con la Russia, la questione libica, che si riflette nell’incremento dei flussi migratori sulle nostre coste, la minaccia dell’Isis e i rapporti con un’Europa che continua ad essere caratterizzata dall’affermazione egoistica di visioni nazionali e interessi particolari anziché da uno spirito solidale, sono alcuni tra i principali temi che il nuovo Ministro dovrà affrontare. Quindi non si può perdere tempo: in un mondo globalizzato e attraversato da gravi sconvolgimenti, la casella della diplomazia di un grande Paese non può rimanere a lungo vuota.